L’economia circolare

circular-1289260_960_720Un mondo dove nulla finisce ma tutto si rigenera, dove il rifiuto è una risorsa, un mondo senza sprechi. Utopia? Forse no, forse le cose stanno cambiando.

Economia circolare: ecco di cosa si tratta

Si sente sempre più spesso parlare di economia circolare, ma di cosa si tratta esattamente?

L’economia circolare è un modello, opposto al modello lineare, dove si parte dalla materia per arrivare al rifiuto, che da la priorità alla sostenibilità del sistema, un sistema che non prevede prodotti di scarto e che prevede il costante riutilizzo delle materie. Rimettere il prodotto nel ciclo produttivo senza conferirlo in discarica, il rifiuto di qualcuno diventa la risorsa di qualcun altro.

Differenze tra economia circolare ed economia lineare

L’economia lineare ripete continuamente il medesimo schema: il prodotto termina il suo ciclo, diventa rifiuto ed ecco che si deve riprocedere all’estrazione, alla produzione, al consumo, allo smaltimento.

L’economia circolare si basa su un sistema molto più virtuoso che prevede l’utilizzo in modo massiccio delle fonti di energia rinnovabile (elemento principe della sostenibilità) e dello scambio di informazioni tra i diversi soggetti economici. Altri ingredienti per la formula dell’energia circolare sono spirito di innovazione e prodotti pensati e ideati in maniera efficiente, atti a durare nel tempo realizzati con parti possano essere riciclabili o riutilizzabili in altre forme. Prendiamo ad esempio le bottiglie (vetro o plastica): dovrebbero essere realizzate in maniera da essere riutilizzate più semplicemente piuttosto che riciclate.

Un cellulare dovrebbe essere progettato in maniera da recuperare e riciclare i pezzi.

Perché il sistema lineare non può durare per sempre?

Perché le risorse non sono infinite mentre recuperando lo possono diventare e perché il nostro ecosistema necessita di minore emissioni di sostanze tossiche, di risparmio energetico, di minore emissioni di C02.

Da qui al 2030 sono attesi tre miliardi circa di nuovi consumatori. Immaginate la crescita della domanda.

 La prossima generazione sarà di nove milioni di esseri umani, che impareranno a condividere le risorse limitate della Terra. Considerati i limiti del nostro pianeta, dobbiamo modificare il modo in cui produciamo e consumiamo prodotti e servizi. L’economia circolare mira a conservare il valore aggiunto nei prodotti il più a lungo possibile, con l’eliminazione quasi completa dei rifiuti residui.

Cosa cambierà con l’economia circolare?

I cambiamenti legati alla nuova economia sono molti, soprattutto a livello culturale. Il prodotto non è più creato “fine a sé stesso” ma pensato per durare più a lungo, per avere un utilizzo protratto per molto più tempo. Affitto, riutilizzo o rivendita diretta saranno le nuove terminologie legate ai prodotti, prodotti che saranno progettati per durare di più (con conseguente scelta del consumatore di preferirlo ad uno progettato per consumo lineare).

Materiali pensati per un uso più lungo, materiali riutilizzati e con una maggiore efficienza riducono sensibilmente l’impatto ambientale e sono volti ad aumentare i posti di lavoro. A tal proposito la UE in merito alle proposte sul riciclaggio ha stimato la creazione di 580 mila nuovi posti di lavoro nei paesi membri. Chi dunque teme per la fine di alcuni processi legati all’economia lineare può rincuorarsi al pensiero che ci sarà reimpiego (e molto di più) con l’economia circolare.

I materiali di origine biologica sono destinati e ritornare nella biosfera, i materiali di origine tecnica sono realizzati per circolare in un circuito che prevede una perdita di qualità minima. L’economia circolare si ricostituisce: punta a fonti energetiche di tipo rinnovabile, punta all’eliminazione di sostanze chimiche tossiche di rifiuti, di sprechi. Tutto questo si può fare attraverso una progettazione attenta ed intelligenze.

La Commissione Europea: verso un’economia circolare

Nella comunicazione “verso un’economia circolare: per un’ Europa a zero rifiuti”  della Commissione Europea a zero rifiuti” viene sviluppato un indirizzo strategico che si può delineare in questi punti:

  • progettazione e innovazione al servizio di un’economia circolare:

in un orientamento di economia circolare i prodotti sono costruiti, pensati, progettati per prevedere dall’inizio la loro futura destinazione anche dopo il normale utilizzo.  L’innovazione è al centro dell’intera catena di valore, questo lo si può realizzare in diversi modi:

  1. l’alleggerimento, ossia riducendo la quantità di materie prime utili a fornire un determinato servizio
  2. la durabilità, allungando la vita dei prodotti
  3. efficienza, riducendo lì utilizzo di energia e di materie nelle fasi di produzione di di uso
  4. sostituzione,  riducendo l’uso di materie pericolose o di difficile riciclo
  5. creando mercati delle materie prime secondarie
  6. progettazione ecocompatibile, concependo prodotti facili da mantenere in buono stato, facili da riparare, da ammodernare, da rifabbricare o da riciclare
  7. sviluppando i servizi per i consumatori utili a questi fini come servizi di riparazione, di manutenzione etc
  8. incentivando i consumatori a ridurre i rifiuti ed a separarli correttamente
  9. incentivando i sistemi di raccolta differenziata
  10. incoraggiando i consumatori ad acquistare meno e, piuttosto, a noleggiare, condividere, prestare.
  • sblocco degli investimenti nelle soluzioni dell’economia circolare

ricorrendo anche agli strumenti finanziari innovativi, al fine di tenere contro delle questioni legate alle risorse nelle norme contabili delle imprese, chiarire le responsabilità delle istituzioni finanziarie in materia di sostenibilità , mettere a punto metodi per l’esecuzione di stress test delle risorte ad uso delle imprese, e studiare la possibilità che il mercato delle obbligazioni costituisce un ulteriore canale di finanziamento dei progetti incentrati sull’uso efficiente delle risorse

preparando orientamenti sulle possibilità offerte dalle nuove direttive sugli appalti pubblici nel campo degli appalti pubblici verdi, nonché una raccomandazione sul controllo dei risultati conseguiti dagli stati membri rispetto all’obiettivo indicativo del 50% di appalti pubblici verdi, sostenere strumenti innovativi come gli appalti pre-commercializzazione e gli appalti pubblici di prodotti e servizi innovativi e favorire la creazione di reti di autorità pubbliche intorno al tema degli appalti pubblici verdi.

Integrando maggiormente le priorità dell’economia circolare nelle strategie di finanziamento dell’UE e incoraggiare gli Stati membri ad utilizzare i fondi europei disponibili per finanziare programmi e progetti di economia circolare, in particolare tramite i fondi strutturali e ‘investimento europei.

  • mobilitazione delle imprese e dei consumatori e sostegno alle PMI

favorendo una cooperazione dei portatori d’interesse mediante azioni di coordinamento e sostegno nell’ambito del programma Orizzonte 2020 e dei suoi strumenti, in particolare l’Istituto europeo di innovazione e tecnologia, i fondi strutturali e d’investimento europei, il piano d’azione per l’ecoinnovazione, il piano d’azione verde per le PMI e l’Agenda europea dei consumatori facendo assegnamento sugli impegni dei soggetti aderenti al partenariato europeo per l’innovazione concernente le materie prime, che sono direttamente legati alla produttività delle risorse favorendo gli scambi di buone prassi a livello internazionale sostenendo  la creazione di posti di lavoro e lo sviluppo delle competenze mediate n migliore coordinamento delle politiche, così da orientare i fondi europei verso programmi e progetti che sostengono la crescita verde, migliorare informazione monitoraggio, lavorare in collaborazione con le parti sociali, gli istituti di istruzione e formazione dei altri soggetti.

  • modernizzazione della politica in materia di rifiuti e dei suoi obbiettivi:

definendo obiettivi quantitativi in materia di rifiuti per una transizione verso una società del riciclaggio

semplificando e attuando meglio la legislazione sui rifiuti

affrontando problematiche specifiche nell’ambito dei rifiuti

  • fissazione di un obiettivo relativo all’uso efficienti delle risorse:

un indicatore utile per l’uso efficiente delle risorse è stato stabilito essere il rapporto tra pil (prodotto interno lordo) e RMC (consumo materie prime)

Vorrei concludere con le parole del Commissario per l’Ambiente Janez Potočnik “Nel mondo naturale, niente va sprecato. La natura è la vera economia circolare e dovrebbe fungere da ispirazione per i prossimi mutamenti”.» Come avviene sempre, a prendere esempio dalla natura non si sbaglia mai.

 

 

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