Menu
Lo spreco alimentare è una sfida globale che coinvolge l’umanità in modo pervasivo, dai piccoli gesti quotidiani fino alle sfere industriali e commerciali più ampie. Questo fenomeno complesso e onnipresente solleva questioni cruciali che riguardano non solo il nostro approccio al cibo, ma anche la sostenibilità ambientale, l’economia e la giustizia sociale. Vediamo, dunque, cos’è lo spreco alimentare, come si verifica, dove è più diffuso e, soprattutto, quali soluzioni possono essere adottate per affrontare questa sfida crescente.
Cos’è lo spreco alimentare?
La definizione ufficiale di spreco alimentare è fornita dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), un’entità dedicata a migliorare la vita nelle comunità rurali e a incrementare la produttività agricola. Secondo la FAO, lo spreco alimentare si verifica quando alimenti ancora perfettamente commestibili vengono scartati durante la vendita al dettaglio o nell’ambito domestico.
Spiegare il concetto di spreco alimentare rappresenta oggi uno dei modi più tangibili per sensibilizzare l’opinione pubblica su questa problematica. Questo consente di individuare tutte le diverse sfaccettature, grandi e piccole, che quotidianamente portano allo spreco di cibo ancora perfettamente consumabile.
Quanto cibo si spreca in Italia?
Lo spreco alimentare è un fenomeno diffuso in Italia che purtroppo sta aumentando negli ultimi anni. Il Rapporto Il caso Italia 2022 di Waste Watcher International, condotto da Ipsos per Last Minute Market e l’Università di Bologna, fornisce dati significativi sull’entità del cibo non consumato nel paese.
Secondo questo rapporto, l’Italia spreca ogni anno circa 1.866.000 tonnellate di alimenti, equivalente a circa 30.956 kg pro capite. Questo quantitativo di cibo destinato al consumo che finisce inutilizzato rappresenta una perdita economica significativa. Solo nell’anno di rilevazione del rapporto, si è registrata una perdita economica di circa 7 miliardi di euro a causa dello spreco alimentare.
Il rapporto mette in luce un aumento del 15% dello spreco alimentare rispetto ai dati dell’anno precedente. In particolare, le regioni del sud dell’Italia registrano un aumento del 18% rispetto alla media nazionale. Le famiglie senza figli sono responsabili del 12% delle perdite alimentari.
Tra gli alimenti più sprecati, in ordine decrescente, figurano la frutta fresca, le insalate, il pane e le verdure, che costituiscono il 47% delle perdite alimentari: spreco dovuto soprattutto a semplici dimenticanze.
Le cause dello spreco alimentare
Lo spreco alimentare è un fenomeno complesso che ha origine da una serie di abitudini e convinzioni errate radicate profondamente nella società ed è alimentato da una combinazione di fattori che contribuiscono a questa problematica globale.
Una delle principali cause dello spreco alimentare è la rimozione dal mercato di prodotti commestibili ma non conformi agli standard estetici richiesti, ma anche le cattive pratiche a livello domestico giocano un ruolo significativo. A volte, anche involontariamente, si sottovaluta il valore del cibo e si procede allo spreco.
Ecco alcuni esempi di comportamenti che contribuiscono allo spreco alimentare:
- Il riempimento eccessivo dei carrelli della spesa, spesso con prodotti che potrebbero rimanere dimenticati nella dispensa.
- L’acquisto di alimenti non necessari o al di fuori della lista della spesa.
- L’acquisto compulsivo di prodotti in grandi quantità a causa di offerte promozionali.
- L’accumulo eccessivo di cibo nel frigorifero e nella dispensa, rendendo difficile il monitoraggio delle scadenze.
- L’acquisto di prodotti vicini alla scadenza, che potrebbero essere dimenticati o non consumati in tempo.
- La mancanza di attenzione alle modalità di conservazione del cibo, come il non richiudere le confezioni o l’interruzione della catena del freddo.
Infine, il comportamento a tavola può contribuire allo spreco, quando vengono preparate o ordinate porzioni eccessive rispetto a quanto effettivamente consumato. Il cibo avanzato può essere sprecato se non viene correttamente conservato per un utilizzo successivo.
Ridurre lo spreco alimentare è fondamentale per la sostenibilità ambientale, economica e sociale. Ecco alcune soluzioni per affrontare questo problema:
- Educazione e Sensibilizzazione: Informare il pubblico sulla gravità e le conseguenze dello spreco alimentare può incoraggiare comportamenti più responsabili.
- Raccolta e Donazione: Stabilire programmi che raccolgono cibo invenduto da supermercati, ristoranti e fattorie e lo donano a chi ne ha bisogno.
- Imballaggi Intelligenti: Utilizzare imballaggi che prolungano la freschezza degli alimenti o che cambiano colore quando il cibo inizia a deteriorarsi.
- Date di Scadenza Chiare: Standardizzare e chiarire le etichette sulle date di scadenza, in modo che i consumatori possano distinguere tra “migliore se consumato entro” e “data di scadenza”.
- Agricoltura Sostenibile: Adottare pratiche agricole che riducono gli sprechi, come l’agricoltura di precisione.
- Compostaggio: Se il cibo non può essere consumato, può essere compostato per ridurre il volume di rifiuti e produrre un utile ammendante per il suolo.
- Riformare le politiche agricole: Molte volte, le politiche agricole e i sussidi possono incentivare la sovrapproduzione. Una riforma può aiutare a bilanciare la produzione con la domanda effettiva.
- Incoraggiare la Cucina Creativa: Educare le persone su come utilizzare avanzi o parti di cibo che potrebbero altrimenti essere scartate.
- Incentivi Fiscali: Offrire incentivi fiscali alle imprese che donano cibo invenduto piuttosto che gettarlo.
- Ricerca e Sviluppo: Investire in ricerca per sviluppare nuove tecnologie e metodologie per conservare il cibo e ridurre gli sprechi.
- Politiche Governative e Normative: Alcuni paesi hanno introdotto leggi che proibiscono ai supermercati di gettare via cibo commestibile.
Ridurre lo spreco alimentare richiede un impegno congiunto da parte di individui, imprese, comunità e governi. Con azioni combinate a vari livelli, possiamo fare una differenza significativa.
No Comments