Le costruzioni a risparmio energetico rappresentano la scelta del futuro, poiché sono sostenibili, convenienti e durature nel tempo.
Realizzare costruzioni ecosostenibili è uno scenario ampio nel quale trovano spazio temi importanti quali quello dell’ autosufficienza energetica nel rispetto per l’ecosistema, e si fa quindi sempre crescente la necessità di progettare sistemi sempre più efficienti per ridurre le emissioni dei gas serra del 20% entro il 2020 (secondo quanto stabilito dalla direttiva 2009/28/CE) e dei consumi di energia, con un impiego sempre crescente delle fonti rinnovabili (38% entro il 2020 secondo quanto previsto dal D.L. 8 marzo 2013).
Realizzare un nuovo edificio oppure ristrutturarne uno già esistente nell’ottica del risparmio energetico e delle energie rinnovabili è una soluzione interessante sia sul fronte della sostenibilità ambientale che su quello economico. Infatti, le energie rinnovabili (come l’energia solare, geotermica e la bioenergia) sono fonti praticamente inesauribili, disponibili in ogni momento e soprattutto non soggette alle continue oscillazioni di prezzo tipiche dei combustibili fossili.
Creare delle soluzioni sostenibili attraverso la costruzione di nuovi edifici o la ristrutturazione di eidifici già esistenti rappresenta la scelta del futuro, soprattutto perché oggi abbiamo a disposizione materiali innovativi e tecnologie all’avanguardia a livelli sempre più elevati, in grado di soddisfare appieno i requisiti fondamentali che costituiscono i pilastri dell’efficienza energetica: la produzione efficiente di energia, l’utilizzo efficiente di energia e la riduzione delle dispersioni.
La costruzione a risparmio energetico rappresenta un investimento sicuro che garantisce la possibilità di ottenere un bilancio energetico positivo, in linea con le caratteristiche previste dalle normative vigenti.
Ecco perché si sta diffondendo sempre di più tra produttori, progettisti ed architetti la tendenza ad adottare soluzioni ecosostenibili, anche per poter soddisfare le richieste sempre crescenti da parte dei consumatori, stimolati anche dall’introduzione delle leggi e degli incentivi economico/finanziari sul risparmio energetico. Infatti, i bonus fiscali previsti dal Governo per la riqualificazione energetica, in particolare quelli per la detrazione fiscale del 65% e del 50%, rappresentano un valido incentivo all’impiego di soluzioni per il risparmio energetico.
Ad esempio, alcune delle soluzioni che possono essere utilizzate per la costruzione o la ristrutturazione degli edifici e che garantiscono un risparmio energetico sono le seguenti:
- finestre e porte termoisolanti per ridurre al minimo le dispersioni di calore e garantire l’isolamento termico dell’edificio;
- involucro ad alto livello di efficienza energetica per ridurre al minimo le dispersioni di calore e garantire un isolamento termico ottimale dell’edificio;
- costruzioni con struttura portante in legno per garantire un elevato isolamento termoacustico dell’edificio e un’ottimale efficienza energetica;
- impianti fotovoltaici e ad accumulo per la produzione di energia elettrica;
- pompe di calore a sistema unico per riscaldamento e raffrescamento, che garantiscono un consumo ridotto unito ad un maggior rendimento;
- sistemi di approvvigionamento energetico mediante biomassa/biogas;
- sistemi di riscaldamento radiante (pavimento, parete e soffitto);
- sistemi geotermici di riscaldamento e raffrescamento che sfruttano il calore terrestre.
In questo modo, circa il 75% del calore e dell’energia prodotti si ricavano a costo zero dall’ambiente.
Adottare soluzioni nell’ottica del risparmio e dell’efficienza energetica non rappresenta soltanto un vantaggio o un’opportunità dal punto di vista ambientale ed economico, ma costituisce ormai anche un obbligo sancito dalla legge.
Infatti, a partire dal 12 gennaio 2005, il rispetto dei criteri di risparmio energetico nel settore dell’edilizia è divenuto obbligatorio. Lo standard minimo di efficienza energetica per gli edifici di nuova costruzione e per quelli ristrutturati è stato innalzato con un provvedimento entrato in vigore il 13 giugno 2011, e un’ulteriore modifica è stata stabilita con il decreto legislativo del 13 marzo 2013. Inoltre, a partire dal 10 aprile 2013 gli edifici di nuova costruzione devono soddisfare alcuni ulteriori requisiti minimi, oltre a quelli di efficienza energetica dell’involucro esterno del fabbricato. I requisiti sono stati ulteriormente modificati nel mese di dicembre 2013 ed entrati poi in vigore nell’agosto 2014.
Le normative vigenti prevedono degli standard riguardanti il fabbisogno energetico per il riscaldamento, il raffrescamento, la ventilazione, la produzione di acqua calda sanitaria e l’illuminazione. E’ stato stabilito che il fabbisogno totale di energia primaria deve essere coperto per almeno il 40% da fonti di energia rinnovabile e che il fabbisogno di acqua calda deve essere fornito per almeno il 60% dall’utilizzo di energie rinnovabili. In alternativa deve essere ridotto il fabbisogno complessivo di energia primaria di almeno il 25%, migliorando l’efficienza energetica dell’impianto oggetto dell’intervento. Nel caso in cui un edificio copra invece l’intero fabbisogno di energia termica mediante teleriscaldamento, questo requisito non viene considerato.
Tutto questo per far sì che si giunga alla realizzazione di edifici ad impatto “quasi zero”, come previsto dalla direttiva 2010/31/UE. Secondo quanto stabilito dall’articolo 5 di questa Direttiva, i requisiti minimi di prestazione energetica sono fissati in modo tale da consentire livelli ottimali in funzione dei costi. Tali requisiti verranno applicati agli edifici nuovi e a quelli oggetto di ristrutturazioni importanti, e dovranno essere aggiornati ogni 5 anni.
Viene così a definirsi il concetto di “edificio a energia quasi zero”, con l’obiettivo che entro il 31 dicembre 2020 tutti gli edifici nuovi dovranno essere realizzati conformemente a queste disposizioni.
Uno degli strumenti in grado di descrivere e documentare le modalità di realizzazione o di ristrutturazione di un edificio, sia dal punto di vista strutturale che impiantistico, è la certificazione energetica.
Grazie alla certificazione energetica è infatti possibile calcolare il consumo di energia di un edificio in fase di esercizio e stabilire se l’insieme del sistema costituito dall’edificio e dagli impianti possa essere migliorato sul piano del risparmio energetico. È infatti interesse del consumatore, ad esempio l’acquirente o il locatario di un immobile, sapere quanta energia consumerà la propria casa e se e quali interventi potranno essere effettuati per diminuire il consumo di energia. Una casa realizzata con scarsi accorgimenti energetici infatti, oltre a causare un maggiore inquinamento, produce anche un aggravio di spesa notevole per la famiglia che lo abita. O ancora, un edificio mal isolato, con impianti termici obsoleti o che non utilizza nessuna fonte di energia alternativa, comporterà inevitabilmente maggiori spese energetiche da sostenere.
La certificazione energetica degli edifici di nuova costruzione o di edifici oggetti di ristrutturazione è disciplinata dal D.Lgs 192/05, integrato dal successivo D.Lsg 311/06, che costituisce la normativa nazionale di riferimento per le caratteristiche degli edifici in materia di energia e risparmio energetico e stabilisce che la certificazione energetica è obbligatoria per tutti gli edifici di nuova costruzione e per quelli oggetto di radicali interventi di ristrutturazione.
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