Cosa sono i pesticidi e perchè fanno male all’ambiente

Nonostante l’uso dei pesticidi sia regolamentato sia a livello nazionale che europeo, nell’ambito di questa pratica si avverte spesso una mancanza di chiarezza politica nel bilanciare gli studi scientifici con gli interessi economici che orbitano attorno a questo settore.

I consumatori, alla fine della catena, spesso si trovano poco informati o male informati, e possono essere influenzati da campagne mediatiche eccessivamente allarmistiche o, al contrario, troppo rassicuranti. Anche gli agricoltori si trovano in una situazione difficile: da un lato, mancano alternative valide e sostenibili dal punto di vista ambientale; dall’altro, devono tutelare il proprio sostentamento economico.

Approfondiamo ciò che si cela dietro al mondo dei pesticidi e comprendere i loro effetti sulla salute umana e sull’ambiente.

Pesticidi: cosa sono e perché vengono utilizzati

Il termine “pesticidi”, derivato dall’inglese “pesticides” e si riferisce ai prodotti fitosanitari, che includono antiparassitari, fitofarmaci e agrofarmaci. I fitofarmaci sono sostanze chimiche o microrganismi, naturali o di origine industriale, impiegati in agricoltura per eliminare organismi dannosi alle piante coltivate, come parassiti animali o vegetali e insetti che trasmettono malattie alle piante. L’obiettivo è preservare la produttività del terreno e la qualità del raccolto, garantendo così la sopravvivenza delle colture.

I prodotti fitosanitari in commercio sono formulazioni che contengono almeno una sostanza attiva che svolge l’azione desiderata. A questa sostanza attiva vengono aggiunti co-formulanti, come emulsionanti per facilitare la miscelazione con l’acqua, stabilizzatori per conservarne l’efficacia e penetranti per migliorarne l’assorbimento nell’organismo bersaglio.

Nonostante l’ampio impiego di sostanze chimiche per garantire elevati standard qualitativi e produttivi e proteggere le colture da infestanti, insetti e funghi, è stato dimostrato che ciò non ha contribuito significativamente alla riduzione della fame nel mondo. Inoltre, i pesticidi hanno dimostrato avere impatti negativi sulla salute umana e sugli ecosistemi.

Perché i pesticidi sono dannosi per l’uomo e l’ambiente?

I pesticidi, oltre ad essere tossici, rappresentano anche una fonte di inquinamento ambientale, contribuendo significativamente alla crisi ambientale. La loro penetrazione nel suolo contamina le falde acquifere e il terreno, mettendo a rischio animali e forme di vita acquatiche e sotterranee. Tuttavia, i danni non si limitano a ciò.

L’assunzione di frutta e verdura contaminata da pesticidi è dannosa per la salute umana, soprattutto per i bambini e gli individui vulnerabili. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), l’esposizione a livelli tossici di alcuni insetticidi può causare danni al sistema nervoso centrale, mentre altri possono avere effetti sul fegato e sulla fertilità.

Uno studio condotto da Legambiente ha rilevato che in Italia più di un terzo dei campioni di frutta e verdura è contaminato da residui di pesticidi, con oltre un terzo di questi campioni positivi che presenta più di una tipologia di pesticida. Questo significa che, anche se i livelli di pesticidi in singoli campioni possono essere entro i limiti consentiti, la combinazione di diversi pesticidi nel tempo può generare conseguenze imprevedibili.

Anche le acque risultano fortemente contaminate, con un terzo dei campioni di acque di superficie e un quinto delle acque sotterranee che contengono residui di pesticidi. La persistenza dei pesticidi nel suolo e nelle acque costituisce una seria minaccia per gli ecosistemi acquatici, inclusi i pesci e gli anfibi, poiché tali sostanze sono tossiche per tutti gli organismi viventi e possono accumularsi nei tessuti animali.

Le crescenti resistenze agli insetticidi richiedono dosi sempre più elevate e la ricerca di nuove molecole, mentre la tossicità a largo spettro può causare danni e morte agli insetti impollinatori, come api e bombi. L’Italia è il principale utilizzatore di pesticidi in agricoltura in Europa, con un utilizzo doppio rispetto a Francia e Germania. Questa situazione sottolinea l’importanza di promuovere la consapevolezza e sviluppare soluzioni naturali alternative.

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