Impianto geotermico, come abbattere la bolletta del gas

impianto geotermico

 

In un mondo sempre più green, alla ricerca di energie alternative per evitare inquinamenti e per garantirci risparmi interessanti, il sistema di climatizzazione domestica risulta essere una delle voci spesa più attenzionate e maggiormente monitorate, e in maniera costante, si cercano e si sperimentano energie alternative rinnovabili, capaci di contenere costi e garantire un’aria più pulita e respirabile.

Ed è proprio in quest’ottica che si sente sempre più spesso parlare di impianto geotermico, un sistema che sfrutta il calore della terra per produrre riscaldamento e per generare acqua calda per i circuiti idrici domestici, nonché per fornire aria fresca d’estate, rinfrescando i nostri ambienti nei mesi più caldi dell’anno.

In Italia non è ancora molto noto, mentre è diffuso negli USA e nel Nord Europa dove scegliere di installare un geotermico nella propria casa significa garantirsi un riscaldamento ottimale durante la stagione invernale e un clima fresco e confortevole durante la stagione estiva sfruttando un’energia pulita, di basso impatto ambientale e gratuita!

L’argomento è piuttosto complesso, ed è necessario fare un po’ di chiarezza per presentare al meglio il sistema geotermico, e comprendere come nasce, come si sviluppa, come si diffonde.

Nel nostro paese, dicevamo, la tipologia di impianti geotermici non è ancora particolarmente conosciuta pur se, nell’ultimo periodo, grazie al nuovo sistema di incentivazione che prevede la detrazione fiscale del 55%, è stato registrato un lieve incremento, non solo delle installazioni, ma anche della necessità di scoprire tutte le potenzialità di questo impianto, permettendo anche al pubblico più scettico di comprendere i numerosi vantaggi che un sistema geotermico può apportare nella nostra vita quotidiana, oltre al notevole risparmio economico.

Come “biglietto da visita”, possiamo subito presentare i risultati di allestimenti di questo tipo che, a livello di rendimento, garantiscono nella stagione invernale una produzione di acqua calda a una temperatura di 30-35 gradi mentre in quella estiva l’acqua conserva una temperatura dai 18 ai 20 necessari a raffrescare gli ambienti di un qualsiasi appartamento, indubbiamente con un notevole risparmio energetico.

E quindi, come sfruttare al meglio un impianto geotermico per le nostre abitazioni? Meglio sarebbe sceglierlo a bassa temperatura con pompa di calore, che permette di avere l’ottimizzazione del riscaldamento per tutta la casa, la produzione di acqua calda e la climatizzazione degli ambienti durante i mesi caldi.

Va da sé, è chiaro, che per raggiungere livelli ottimali sia di riscaldamento che di raffrescamento anche il sistema geotermico, proprio come i più tradizionali impianti, deve essere dimensionato in base alla metratura dell’abitazione e alle necessità energetiche richieste: inoltre, fermo restando la possibilità di utilizzare il solo allestimento geotermico per le tre funzioni già elencate in tutti i periodi dell’anno, lo stesso è progettato e realizzato per integrarsi anche con altri generatori di calore ad alta efficienza energetica, come il sistema di pannelli solari termici e la tipologia di caldaia a condensazione ad elevata efficienza energetica.

Ma materialmente, com’è costituito l’impianto? Possiamo riassumerlo in tre elementi fondamentali, che sono il sistema di captazione del calore, la pompa di calore geotermica e il sistema di accumulo e distribuzione del calore. La pompa è, di fatto, la parte fondamentale dell’allestimento, poiché trasferisce il calore preso dal terreno o dall’acqua all’interno dell’ambiente domestico.

Il risparmio per la generazione di una climatizzazione (caldo/freddo) generata da una pompa di calore geotermica è davvero considerevole, soprattutto se associato a un sistema di climatizzazione a serpentina, cioè tramite pannelli radianti per sistemi di riscaldamento a pavimento, a soffitto o a battiscopa: i pannelli  rappresentano la migliore soluzione impiantistica per una pompa di calore geotermica, poiché in inverno fanno circolare acqua calda a 30-35 °C e in estate acqua fredda a 18-20 °C, riscaldando e raffreddando con il massimo grado di comfort e risparmio energetico.

Anche chi fosse dotato dei tradizionali radiatori potrebbe comunque sfruttarli, pur con qualche limite poiché alla caldaia tradizionale potrà essere associato un impianto geotermico di superficie ma, in questo caso, l’utilizzo potrà essere garantito soltanto per la produzione di calore e non per raffreddare gli ambienti.

Un’altra informazione fondamentale riguarda i terreni entro i quali è fattibile l’installazione dell’impianto: non esistono particolari controindicazioni, significa cioè che può essere insediato praticamente ovunque, valutando le condizioni del sottosuolo in virtù delle sonde geotermiche, poiché alcuni tipi di terreno presentano acque sotterranee oppure determinate e particolari situazioni idrogeologiche che, di fatto, limiterebbero o addirittura potrebbero inibire interventi di questo genere.

Le sonde geotermiche possono essere di due tipi, verticali e orizzontali, e, in base a questa differente tipologia, necessitano di estensioni diverse: la prima, ha bisogno dello spazio per gli interventi di perforazione dei macchinari, che bucano il terreno per un diametro di 14-20 cm; la seconda, invece, ha necessità della superficie per la posa delle tubature pari al doppio dell’area dell’abitazione.

Installare un sistema geotermico è sicuramente molto conveniente per tutti gli edifici nuovi, in costruzione, poiché tale alloggiamento ex novo evita gli interventi di demolizioni che si dovrebbero affrontare una volta che la casa è già stata costruita. Ovviamente però, può risultare non particolarmente dispendioso (anche a fronte di successivi risparmi energetici che si ripeteranno negli anni a seguire) anche per gli edifici di vecchia costruzione o comunque non più in fase di cantiere, purché sfruttino le risorse rinnovabili o abbiano una caldaia a condensazione ad elevata efficienza energetica.

In questo caso, l’opportunità più o meno conveniente, sarà valutata sulla base dello spazio di installazione dell’impianto, sulle caratteristiche del terreno e sulla posa delle sonde nel sottosuolo e peraltro, considerando che l’impianto geotermico assolve tutte le funzioni per riscaldare, rinfrescare e produrre l’acqua calda per i nostri appartamenti, possiamo affermare con certezza che i prezzi sono interessanti, aggirandosi da una media che va dai 9.500 fino ad un massimo di 20.000 € o poco più in base alla tipologia e metratura dell’abitazione e alle esigenze energetiche del regime familiare.

Per introdurre il geotermico si spendono, in sintesi, le stesse cifre che si impiegherebbero per un moderno impianto di riscaldamento a gas o a gasolio, di buona qualità: per una superficie abitativa di circa 150 metri quadri, l’investimento, comprendendo installazione e fornitura impianto, si aggira intorno ai 20.000 € appunto.

A parità di superficie, i costi per la realizzazione dell’allacciamento sono un po’ più contenuti, nel caso di un impianto di riscaldamento geotermico con sonde orizzontali. Se si dovesse invece optare per la soluzione con sonde verticali, le cifre tenderebbero a salire, venendo comunque ammortizzate in un breve lasso di tempo: in linea di massima, infatti, il risparmio sui consumi di un impianto di riscaldamento tradizionale a metano è del 60% e la percentuale è anche più alta se si raffrontano impianti a gasolio o GPL.

Importante è anche avere un’idea di valutazione della durata di tali sistemi, e dunque possiamo affermare che l’impianto geotermico ha un arco temporale medio di circa 15/20 anni, pur se i singoli componenti possono presentare necessità differenziate di interventi di manutenzione, proprio in base alle loro diverse funzioni e logorii: indicativamente, per le sonde geotermiche è possibile ipotizzare un ciclo di vita di 10 anni, mentre per i pannelli radianti, la durata è stimata in  20-30 anni.

Infine, specifichiamo che, nel nostro Paese, tutta l’attività geotermica è affidata a Enel Green Power e la maggior parte delle centrali si trova in Toscana, fra Larderello, Travale e Radicondoli, in minor quantità sul monte Amiata ed è in fase di start up anche un progetto che intende sfruttare Campli Flegrei, alle pendici del Vesuvio.

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