Fossa biologica: come funziona e normativa

Le fosse settiche consentono uno smaltimento sicuro delle acque reflue e quindi sono ampiamente diffuse in aree che hanno un sistema di drenaggio scadente o non possono usufruire della rete fognaria. Sono utilizzate maggiormente nelle zone rurali o isolate: non sono diffuse nelle aree urbane poiché i rifiuti nelle città e nei paesi vengono trattati e trasportati attraverso il sistema fognario.

Cos’è una fossa biologica

Una fossa biologica ha un design semplice. Si tratta di una grande vasca interrata (per lo più rettangolare o rotonda) realizzata in fibra di vetro, plastica o, più comunemente, calcestruzzo. Il suo scopo è quello di trattare le acque reflue nelle zone sprovviste di sistema fognario.

Questa fossa, che può avere grandezze e dunque capacità diverse, raccoglie dunque i rifiuti casalinghi liquidi e solidi , tra i quali possiamo distinguere tra le acque nere (i liquami del wc) e le acque grigie (gli altri scarichi della casa). Per far ciò, il serbatoio dispone di due diverse tubature, una d’ingresso e una d’uscita. Mentre quella d’ingresso raccoglie i rifiuti d’acqua nella fossa biologica, quella di scarico convoglia le acque reflue chiarificate verso l’esterno.

A questo punto, occorre fare una distinzione tra due diversi tipi di fosse biologiche:

  • fossa biologica tradizionale, che si ricollega alla rete fognaria pubblica;
  • fossa biologica Imhoff.

Fossa biologica tradizionale

Nella fossa biologica standard, l’acqua di scarico si separa in 3 strati all’interno del serbatoio. Lo strato superiore è composto da oli e grassi, i cosiddetti fanghi leggeri, la parte centrale viene occupata da acqua di scarico e particelle di scarto, mentre la parte inferiore è composta dai fanghi pesanti.

Questi ultimi, col passare del tempo, possono portare alla formazione di gas e batteri, capaci di risalire le tubature e compromette l’ambiente domestico, per non parlare del rischio di otturazioni e sversamenti. Per questo è tanto più importante la loro corretta manutenzione e pulizia.

Fossa Imhoff

Inventata nel 1906 dall’ingegnere tedesco Karl Imhoff, la fossa Imhoff ha diversi vantaggi rispetto alla fossa biologica tradizionale. Innanzitutto, dispone di due diversi compartimenti: quello superiore destinato alla sedimentazione dei fanghi e quello inferiore deputata alla fermentazione batterica dei fanghi.

Questa fossa lavora mediante un sistema di subirrigazione: ciò significa che è in grado di disperdere nel sottosuolo le acque reflue che vengono depurate mediante digestione anaerobica, e drenate nel terreno.

Il vantaggio principale è che si tratta di un sistema di depurazione conveniente, perché ha costi di manutenzione molto bassi essendo costituito da un’unica camera. Oltretutto, occupano molto meno terreno rispetto alle fosse biologiche tradizionali. Altri punti in suo favore? Non causa inquinamento perché non emette gas e non ha bisogno di energia per funzionare.

Le normative della fossa biologica

La normativa prevede che  la fossa biologica debba essere interrata almeno a 1,20 metri di profondità e ad 1 metro di distanza dalle fondamenta del terreno. Ovviamente deve essere posizionata all’esterno dall’immobile, per permettere l’ispezione.

Prima di provvedere all’installazione, la fossa biologica deve essere autorizzata dal comune di appartenenza, tenendo conto dei regolamenti locali e delle situazioni specifiche, ognuna delle quali può richiedere una documentazione diversa. Ad esempio, in alcune zone è necessario informare anche la protezione ambientale prima di prevedere all’installazione della fossa settica. Oltre alle normative locali, bisogna tener conto anche della Legge n.319 del 1976, Testo Unico in materia Ambientale.

Bisogna poi richiedere il sopralluogo di un geologo per definire le le dimensioni della fossa, in base al volume di liquami prodotti. Per questo la capacità differirà da famiglia a famiglia, in base al numero dei componenti. Nella documentazione andranno quindi allegati anche disegni e valutazioni tecniche relative alla natura del terreno in cui verrà installato l’intero impianto.

L’autorizzazione comunale ha una validità di 4 anni, al termine dei quali deve essere richiesto il rinnovo. In questo periodo la fossa biologica può comunque essere utilizzata osservando le norme finora applicate.

Le sanzioni per chi non rispetta la normativa

La normativa prevede che una fossa biologica non a norma è soggetta a sanzione, come previsto dal Testo Unico Ambientale.  Per i condomini si parla di multe fino a 60.000 €, per le singole abitazioni va dai 600€ ai 3000€ mentre per le aree in cui vige il vincolo idrogeologico va dai 240€ fino ai 1400€ .

La normativa , inoltre, prevede altre sanzioni che riguardando la manutenzione della fossa biologica. Per evitare quindi di incorrere a multa, è necessario rivolgersi a dei professionisti specializzati.

Fossa biologica: la manutenzione corretta

Quando si tratta di manutenzione, l’obiettivo è prevenire l’accumulo di solidi, nonché qualsiasi contaminazione delle acque sotterranee.

La composizione della tua famiglia, il totale delle acque reflue generate, la quantità di solidi presenti e le dimensioni del serbatoio determineranno la frequenza con cui il tuo sistema settico dovrà essere svuotato. La fossa biologica domestica dovrebbe essere ispezionata almeno ogni tre anni da un professionista del servizio settico e svuotate ogni tre o cinque anni.

In generale, consigliamo di far ispezionare e pulire il sistema settico una volta all’anno per sicurezza.

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