Riciclare e differenziare: quando il rifiuto diventa una risorsa

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Per salvaguardare l’ambiente dobbiamo imparare dall’ ambiente. L’ecosistema da sempre smaltisce naturalmente i rifiuti prodotti, attraverso un processo di assorbimento integrato e fondamentale per la sopravvivenza del sistema. Per l’ambiente il concetto di rifiuto non esiste, esiste invece una trasformazione a nuova vita. Quello che termina il proprio ciclo di vita naturale viene assorbito e rimesso in circolo.

Ma non tutto può essere assorbito e trasformato. Per questo è opportuno entrare nell’ottica del rispetto e della salvaguardia ambientale. Un’operazione che si può eseguire con qualche accorgimento, un’operazione che se fatta da tutti costantemente ci darà modo e maniera di salvaguardare l’ambiente in cui viviamo, in qui vivono i nostri figli, in cui vivranno i nostri nipoti pronipoti e così via.

Il primo passo da fare è considerare il rifiuto una risorsa.

Occorre produrre meno rifiuti possibili, riciclare e differenziare. La raccolta differenziata rappresenta il primo modo sostenibile per smaltire i nostri rifiuti. Imparando a riciclare diamo nuova vita a oggetti e materiali e quindi non gettiamo ma trasformiamo.

È inoltre importante capire che le risorse del nostro ambiente non sono infinite e dunque è necessario valorizzare ciò di cui disponiamo ed evitare gli sprechi.  Per quel che concerne il  vantaggio di tipo economico occorre considerare che grazie all’introduzione di questo nuovo sistema ogni comune potrà risparmiare sui costi di smaltimento dei rifiuti. Meno rifiuti indifferenziati si porteranno in discarica, meno si pagherà per il loro smaltimento. Inoltre maggiore è la percentuale di differenziata, più bassa è la tariffa che si pagherà per far smaltire i rifiuti. Ma i vantaggi sono molti molti di più, si tratta di vantaggi a breve e soprattutto a lungo termine.

Raccolta differenziata: i dati

Secondo i dai del rapporti rifiuti Ispra 2015 in Italia nel 2014, la percentuale di raccolta differenziata ha toccato il 45,2% (13,4 milioni di tonnellate) registrando un incremento  pari al  3% rispetto al 2013. Purtroppo però una percentuale troppo alta dei materiali raccolti non viene riutilizzata perché mancano gli impianti: per raggiungere gli obiettivi di legge che hanno posto il nuovo “traguardo” al 65%  e per dare un senso economico alla raccolta è indispensabile investire in ricerca e innovazione di sistema.

Tra le regioni migliori a differenziare, che hanno raggiunto quota  65% di raccolta differenziata mettendosi in regola troviamo  il  Veneto e il Trentino Alto Adige, a seguire Friuli Venezia Giulia (60,4 %) e Marche (57,6 %). Percentuali di raccolta inferiori al 20% si registrano invece in Calabria (18,6%) e in Sicilia (12,5%). Per ciò che concerne le città, il primato va a  Venezia (52,2%), Verona (50,6%) e Milano (che sfiora il 50% con un balzo di 7,4 punti rispetto al 2013).

Per quel che riguarda  l’organico si registra un aumento del  9,7% per un totale di 5,7 milioni di tonnellate. Per carta e cartone si sfiorano i  3,2 milioni di tonnellate (più 3,4%).

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I vantaggi (economici e ambientali) della raccolta differenziata

Differenziare rappresenta il primo modo per risparmiare in termini economici ed ambientali. Meno Energia, meno CO2, meno discariche, meno trasporti. Più alberi, più ossigeno, più salute per tutti.

Raccolta differenziata plastica

In Italia nel 2014 (ultimi dati disponibili) sono state raccolte 773.000 tonnellate di plastica, delle quali 450.000 da raccolta differenziata urbana (323.000 invece la plastica proveniente da attività commerciali ed industriali), con un aumento pari  all’8% rispetto al 2013.

Riciclando 1.000 tonnellate di plastica (una cifra paragonabile  alla quantità di plastica consumata in una città) risparmiamo circa 3.500 tonnellate di petrolio, che equivale all’energia impiegata da 15.000 frigoriferi in un anno. Uno studio di Althesys ha calcolato che considerando dieci anni di raccolta e riciclo della plastica si hanno 1,9 milioni di euro di benefici netti. Ai vantaggi economici (1,9 milioni di euro) sono da considerare i vantaggi ambientali: 6,9 milioni di tonnellate di CO2 risparmiati, 2,9 milioni di tonnellate di rifiuto di imballaggio che non sono state inviate per lo smaltimento, 55 discariche evitate.

Raccolta differenziata carta

Giornali, libri, sacchetti di carta, imballaggi in cartoncino, cartoni da imballaggio non plastificato, quaderni, fogli. Questa è la differenziata della carta e del cartone.

Per produrre una tonnellata di carta vergine servono 15 alberi, 440.000 litri d’acqua e 7.600 kwh di energia elettrica.

Per produrre invece una tonnellata di carta riciclata sono sufficienti 1.800 litri d’acqua e 2.700 kwh di energia elettrica, ma la cosa principale è che  nessun albero deve essere abbattuto, quindi riciclare la carta equivale a contrastare la deforestazione con gli innumerevoli benefici che questo apporta.

In Italia, nel 2014, sono stati raccolti  3,1 milioni di tonnellate di carta e cartone destinati al riciclo. Rispetto al 2013 si è registrato un aumento pari al  4%.

 Se si considerano occupazione e indotto, se si considerano il valore della materia prima generata dal riciclo e i mancati costi di smaltimento, i benefici economici che il sistema ha prodotto nel 2011 sono pari a 478 milioni di euro – dal 1999 ad oggi sono circa 4 miliardi di euro. Dal 1999 al 2011, per merito della raccolta differenziata, non si sono costruite  248 nuove discariche.

Raccolta differenziata vetro

Per produrre vetro “nuovo”, ogni 10% di rottame di vetro inserito nei forni garantisce  un risparmio del 2,55% di energia, pari ad oltre 130 litri di petrolio risparmiato per ogni tonnellata di vetro riciclato usato.

Grazie alla raccolta differenziata ogni anno l’industria vetraria registra un risparmio energetico pari a 400.000 tonnellate di petrolio. In Italia, nel 2014 si sono raccolte  1,615 miliardi di tonnellate di vetro da riciclare. Rispetto  al 2013 l’ incremento è stato del 2,6%.

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Raccolta differenziata umido (compostaggio)

Avanzi di pane, avanzi freddi di carne e ossa, avanzi di dolci, avanzi di pasta o riso di pesce, bustine di camomilla o the, carta assorbente sporca da cucina, cenere spenta del camino, fiori recisi, fondi di caffè, frutta e verdura ecco di cosa si compone l’umido.

Nel 2014 sono state raccolte oltre 4,8 milioni di tonnellate di umido che rappresenta il 40% della nostra raccolta differenziata. Si tratta di una quantità maggiore rispetto a carta, plastica, vetro. L’umido viene trattato nei 252 impianti di compostaggio e 27 impianti di gestione anaerobica.

Riciclare il rifiuto umido è dunque molto importante. Basti pensare che nel 2012, negli impianti di compostaggio sono stati prodotte 1.400.000 tonnellate di fertilizzanti organici, che servono per migliorare la qualità del suolo.

Oltre il 70% del compost di qualità viene impiegato in agricoltura, mentre il restante 30% è trasformato in prodotti per il giardinaggio/florovivaismo e per le opere di recupero paesaggistico. L’utilizzo del compost riduce la quantità di scarti da destinare a discarica o ad incenerimento, e permette un  impiego minore di fertilizzanti minerali che derivano da risorse non rinnovabili.

Raccolta differenziata verde 

Gli scarti che provengono dalle  aree verdi e dai nostri giardini (foglie, erba, residui floreali, ramaglie, potature) rappresentano  una parte consistente dei rifiuti prodotti, si tratta di una parte fondamentale per il processo di compostaggio industriale (con l’umido per intenderci ).

per fertilizzare un ettaro di terreno bastano 10 tonnellate.

Raccolta differenziata RAEE

Grazie alla raccolta differenziata nel 2014 sono stati raccolti oltre 75.900 tonnellate (+ 6,8% rispetto al 2013) di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche che opportunamente trattate hanno consentito un risparmio di emissioni di CO2 pari 850.000 tonnellate.

Se ricicliamo in modo corretto i vecchi elettrodomestici evitiamo di disperdere nell’ambiente materiali molto inquinanti che talvolta sono contenuti al loro interno

Raccolta differenziata olio vegetale esausto

In Italia si consumano circa 1.400.000.000 kg. di olio vegetale all’anno.

L’olio una volta utilizzato diventa molto inquinante è quindi fondamentale raccoglierlo e riciclare l’olio esausto.

Buttarlo negli scarichi equivale a sversarlo  nel sottosuolo, equivale a rendere inutilizzabili pozzi di acqua potabile anche molto lontani;

Buttarlo negli scarichi reca danni  per la flora, non consente  alle radici delle piante di assorbire le sostanze nutritive;

Buttarlo negli scarichi reca danno a   ogni specchio d’acqua perché non ne consente l’ossigenazione e compromette gravemente la vita di flora fauna;

Buttarlo negli scarichi reca danno ai depuratori, perché li ostruisce e ne impedisce il corretto funzionamento.

Raccolta differenziata olio minerale

L’olio minerale usato (olii lubrificanti nell’artigianato, negli autoveicoli, nell’industria, ecc.) si può recuperare quasi in toto. Con 100 kg di olio usato si hanno 68 kg di olio nuovo.

L’olio minerale usato si può recuperare con 3 modalità: rigenerazione, termodistruzione e combustione.

Ben 171.000 tonnellate di oli lubrificanti usati sono stati raccolti nel 2013

Se l’olio esausto si sversa nel terreno provoca un gravissimo   danno ambientale in quanto nel momento in cui si disperde nel sottosuolo si deposita un film sottilissimo attorno alle particelle di terra e si impedisce l’assunzione delle sostanze nutritive alle piante. Inoltre l’olio esausto potrebbe raggiungere la falda freatica e i  pozzi di acqua potabile causando gravi conseguenze alla salute pubblica.

Raccolta differenziata pneumatici

Per quanto riguarda i pneumatici il 51% dei pneumatici finiti in discarica (pari al  31%) è stato destinato a combustione (metà della quale avviene all’estero), e soltanto il 18% è stato avviato ad un recupero sostenibile.

Il restante 80% viene recuperato dagli oltre 40 impianti autorizzati sparsi sul territorio nazionale.

Nel 2012 sono state raccolte  350.000 tonnellate di pneumatici fuori uso.

Se in discarica avvengono combustioni non controllate, si liberano, fumi densi molto inquinanti. Questo soprattutto a causa dei pneumatici,

Ma come si recuperano i pneumatici usati? Attraverso la  triturazione meccanica che avviene alla temperatura di 100° sotto zero ottenuta tramite l’impiego di azoto liquido. Con  la triturazione si assicura un riciclo quasi totale dei materiali, che vengono usati come sottostrati anti-rumore per strade ed autostrade, per le  piste da corsa e campi sportivi, etc.

Raccolta differenziata alluminio

Per ottenere dalla bauxite 1 kg di alluminio nuovo servono 14 kWh, mentre per ricavare 1 kg di alluminio dal riciclo bastano ì 0,7 kWh di energia, ossia il  95% in meno; in Italia la bauxite è assente, quindi la si importa dall’estero, ulteriore costo aggiuntivo. Con il riciclo la qualità dell’alluminio è intatto, le proprietà sono le stesse dell’alluminio nuovo. In Italia circola il 48% di alluminio circolante in Italia è riciclato.

Rispetto al 2013 nel 2014 il recupero dell’alluminio ha registrato un aumento pari al 6% che in termini di tutela ambientale questo ha consentito di non immettere ben 402.000 tonnellate di CO2 nell’ atmosfera di avere un risparmio energetico pari a 173.000 tonnellate equivalenti di petrolio

Immaginiamo per un momento, con questi dati alla mano, cosa accadrebbe nel giro di una decina di anni se tutti seguissimo attentamente le linee guida della raccolta differenziata, se tutti imparassimo a differenziare, a riciclare, a non sprecare. Se facessimo attenzione a cosa acquistiamo, a dove lo gettiamo a cosa gettiamo. Riciclare e differenziare diventerebbe la normalità, diventerebbe tanto normale da essere quasi automatico, così come lo è stato per il casco in motorino o per la cintura di sicurezza in macchina. E i vantaggi non farebbero che avallare la nostra scelta, che spronare a differenziare a non sprecare. Iniziamo da subito allora a capire che non solo non giova a nessuno non contribuire, ma che anzi danneggia ambiente e persone. Il mondo ringrazierà.

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